Arivêr a la cavdàgna, arrivare alla capezzagna/ capitagna: arrivare alla fine della vita; giungere alla fine di un lavoro.

Se il campo e il lavoro campestre possono simboleggiare la vita dell’agricoltore, così la capezzagna ne rappresenta i due estremi: l’inizio e la fine. Ma, allo stesso tempo, la fine di un impegno o di una preoccupazione e un nuovo inizio, proprio come l’aratura che può concludersi alla “cavedagna” e, sullo stesso limite, può ricominciare, girandovi sopra l’aratro. Cavdàgna, trae origine dal latino caput, capo da cui deriva un ipotetico lat. volg.. capitianea, che ha dato l’ital capezzagna e il dialetto cavdàgna [capo, testa/estremità del campo].

 

Alôra a-gh sám-ia arivê a la cavdàgna?, allora ci siamo arrivati alla soluzione del problema?

A-m sà prōpia che cla pōvra bêstia la sia arivêda a la cavdàgna, mi sembra proprio che quel povero animale sia alla fine.

(Rid. da S. Prati- G. Rinaldi, 101 Modi di dire in Emilia-Romagna, Ed. Pendragon, Bologna 2019)

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