Avêr dal ṡbózz (avere dello sbuzzo): avere talento, inventiva, creatività e fantasia.

Ṡbózz è il maschile gergale di “buzza/buzzo”, nome di origine longobarda (VI-VIII sec.), nel senso di bugna/gonfiore/ protuberanza/ bernoccolo, pertanto corrisponde all’ital. avere il bernoccolo, cioè avere una spiccata inclinazione per un’arte, una disciplina, un’attività.

La spiegazione di questo detto si rifà alla teoria del medico tedesco Franz Joseph Gall (1758-1828), secondo cui le diverse funzioni psichiche avrebbero sede in zone differenti del cervello, pertanto il minore o maggiore sviluppo di una parte del cranio sarebbe indice di particolari inclinazioni o qualità. Questa fantasiosa teoria – spogliata presto di ogni credibilità e oggi abbandonata dalla scienza ufficiale – è stata ridotta e semplificata nel dialetto in una sola parola: ṡbózz, (bernoccolo), che sopravvive ancor oggi nell’uso familiare.

(Da S. Prati – G. Rinaldi, 101 Modi di dire in Emilia-Romagna. Pendragon, BO, 2019).

 

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