Rubrica: Attualità di CLAUDIA RINALDI.

Gli antichi e i nostri nonni costruivano le ghiacciaie: scavavano profondamente il terreno, mettevano neve e ghiaccio ben pigiati e li coprivano con rami di quercia e di paglia. In tal modo potevano conservare gli alimenti e le bevande. L’uso delle bibite ghiacciate, con l’aiuto della neve e del ghiaccio in conserva, è di origine orientale e rimonta alla più remota antichità.

L’arte del gelato è tipicamente italiana tanto che a Parigi i primi gelati furono serviti a Caterina de Medici nel 1533. Il segreto restò al Louvre poiché i pasticcieri, cucinieri e ghiacciatori fiorentini della reggia non diedero mai la conoscenza della loro arte, di modo che i parigini attesero più di un secolo ancora per gustare il gelato. E così nel 1660 un tal Procopio Coltelli, palermitano, aprì con il nome “Café Procope” la prima bottega di gelateria, proprio a Parigi, di fronte al teatro della Comédie française, il luogo cult dei benestanti parigini. Nacque così la moda del gelato che oggi a fine pranzo, oltre al sorbetto, è il dolce che appaga di più il gusto e, richiamando calore allo stomaco, aiuta la digestione.

Quest’anno ricorre il bicentenario della nascita di Pellegrino Artusi, appassionato di letteratura e cucina, autore del fortunatissimo “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, che raggiunse nel 1931 ben 32 edizioni e fu il libro più letto dagli italiani dell’epoca, assieme a “I promessi sposi” e “Pinocchio”. Artusi nacque a Forlimpopoli (FC) il 4 agosto 1820 e il Comune di Forlimpopoli ha indetto il Concorso per gelatieri “Un gusto per Artusi”, dove si deve inventare un gusto di gelato artigianale senza additivi e coloranti, ispirato magari alle sue famose ricette.

Noi di www.folclorecontadino.it vogliamo lasciarvene una originale, tratta dal suo capolavoro:

753. PEZZO IN GELO (BISCUIT)

Fate una crema con:

Acqua, grammi 140.
Zucchero, grammi 50.
Rossi d’uovo, n. 4.
Odore di vainiglia.

Mettetela al fuoco, rimestandola continuamente, e quando comincerà ad attaccarsi al mestolo, levatela e montatela colla frusta; se mettesse troppo tempo a montare, tenete la catinella sul ghiaccio, poi versateci a poco per volta due fogli di colla di pesce sciolti al fuoco in un gocciolo d’acqua. Montata che sia, unite alla medesima, adagino, grammi 150 di panna montata e ponete il composto in uno stampo fatto apposta pei pezzi in gelo od anche in una cazzaruola o vaso di rame tutto coperto, lasciandolo gelare per tre ore almeno, framezzo a un grosso strato di ghiaccio e sale. Questa dose potrà bastare per sette od otto persone e sarà un dolce molto gradito.

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