Rubrica: Attualità di Claudia Rinaldi.

Una tendenza culinaria moderna e sorprendente è che a Natale, la festa più tradizionale che ci sia, legata alla famiglia, si ricercano sapori nuovi, di altre regioni, addirittura continenti, con rielaborazioni di pandori e panettoni ai gusti più improbabili, mentre a Pasqua, la festa dove puoi viaggiare e stare “con chi vuoi”, vi è un incredibile campanilismo con il ritorno dei piatti della propria regione. Vediamo così ai primi posti il Casatiello e la Pastiera sulle tavole dei napoletani, la Torta Pasqualina sulle tavole dei Liguri, la Pizza di Pasqua a casa degli Umbri e la Scarcella presso i Pugliesi, la Fugassa dai Veneti e la frittata Rognosa dai Piemontesi. Non può quindi mancare sulle tavole dei Modenesi, Il Bensone – Folclore Contadino,  dolce millenario, uno dei piatti meno modificati della storia emiliana, fatto ancora con i suoi pochi e semplici ingredienti: farina, uova, burro, latte e zucchero. Lo si può farcire con marmellata o savor (mosto d’uva con frutta mista spontanea, tipo mele cotogne, pere volpine, fichi ecc). Ottimo poi se inzuppato a fine pasto nel dolce Lambrusco. Eppure, anche il Bensone qualche modifica l’ha subita: lo zucchero ha sostituito il miele della ricetta originaria e addirittura oggi la granella di zucchero ne impreziosisce la sua crosticina; senza poi dimenticare che la farina una volta era integrale, tanto che il suo nome potrebbe derivare dal francese, “pain de son”, pane di crusca. E’ molto simile, nella forma, alla ciambella romagnola, che non ha il buco, ma ha lo strutto al posto del burro.

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