Già in luglio, malgrado il gran caldo e i lavori molto impegnativi e faticosi, iniziavano a comparire le sagre, che sarebbero aumentate nel seguente mese di agosto per raggiungere il culmine tra la fine dell’estate e l’autunno. Le ricorrenze più importanti erano quelle del santo patrono, nei vari paesi, dove spesso alle cerimonie religiose si accompagnavano le fiere. In numerose località, si festeggiava, in questo mese, Sant’Anna, molto venerata dalle donne, la cui fiera assumeva diversi nomi, in base anche al prodotto tipico che si vendeva in quel luogo. Si avevano così fiere del bestiame, di vari prodotti agricoli del mese o di prodotti artigianali, come ad esempio a Zocca di Modena, dove gli articoli per le massaie e per la casa, la resero nota come La fêra dal dánn, la fiera delle donne. I più giovani, nonostante i lavori estivi, partecipavano alle sagre di paese, soprattutto alla sera e, quando c’era la possibilità di ballare, ne approfittavano con entusiasmo. Tuttavia il problema più grave per partecipare alle fiere era la ristrettezza economica, infatti un detto diceva: Fêra, fêra chi-n gh-ha sōld a-s dispêra, fiera, fiera chi non ha soldi si dispera.

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