Rubrica: Attualità di CLAUDIA RINALDI.
Il 5 febbraio è la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare, ideata nel 2014 dal prof. Andrea Segrè, coordinatore Piano Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare (PINPAS) del Ministero dell’Ambiente. Dal 2014 ad oggi la Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare è stata inserita nella Campagna Spreco Zero con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica italiana su una questione centrale del nostro tempo. In questi anni di raccolta dati, sensibilizzazione e informazione sulle best practices da attuare, abbiamo una buona notizia: gli italiani guidano la “hit” dei popoli più virtuosi del pianeta, con solo 529 grammi di cibo sprecato a testa nell’arco di una settimana. Questa risultato è emerso dalla recentissima indagine di respiro mondiale “Food & waste around the world”, il primo rapporto globale sul rapporto fra cibo e spreco firmato da Waste Watcher, International Observatory on Food & Sustainability, realizzato con un monitoraggio in 8 Paesi del mondo (Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Canada, Cina), con un campione statistico di 1000 interviste per ciascun Paese. Ultimi sono i cittadini statunitensi che auto-denunciano lo spreco di 1453 grammi di cibo settimanali. Subito dopo ci sono i cinesi con 1153 grammi, quindi i canadesi con 1144 g, seguono i tedeschi con 1081 g, e quindi, sotto il kg, arrivano i cittadini inglesi (949 g), spagnoli (836 g) e i russi, (672). Incredibile a dirsi, ma una delle strategie vincenti che utilizzano quasi tutti gli italiani è la più semplice: compilare la lista della spesa che evita di comprare più del necessario. Momento strategico è poi quello del “check”, il controllo dal frigo alla dispensa, per stimare esattamente la quantità e lo stato dei viveri a casa, addirittura c’è chi predispone una specie di “menu” settimanale con indicazione dei piatti che intende cucinare di giorno in giorno. Ancora pochi però sono gli italiani che si portano a casa il cibo rimasto nel piatto al ristorante (la famosa doggy o family bag): una timidezza tutta europea poiché negli Stati Uniti, Canada e Cina è ormai un’abitudine consolidata.