Una delle prime e più sentite feste del mese era quella della Candelora o Festa delle Candele (2 febbraio), il cui nome, in dialetto Zeriôla, deriva da cera di candela e commemora la presentazione di Gesù al tempio e la purificazione della Madonna, secondo l’antica tradizione ebraica. Il parroco benediva le candele che i fedeli conservavano anche dopo le processioni, portandole nelle proprie case. Le candele venivano poi riaccese per preservare persone e abitazioni dalle tempeste, dalle folgori, ma anche per invocare protezione per le partorienti, contro le malattie e la morte. Questi primi giorni di febbraio, essendo ancora prima parte dell’anno, erano ritenuti importanti per interpretare il futuro andamento climatico. In epoca precristiana, per onorare le divinità, si utilizzavano le torce, perché il fuoco e la luce erano simbolo di rinascita, purificazione e forma di invito sia per il risveglio della natura sia per il ritorno della bella stagione. Le torce dei cerimoniali precristiani vennero sostituite dalle candele benedette, le due usanze si fusero e così sono giunte fino ai giorni nostri, sebbene con tante varianti. 

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