Oggi, secondo le tradizioni della civiltà contadina, retaggio dei riti propiziatori greci e romani di Saturno e Dioniso, poi incorporati nella religione cristiana, è l’ultimo giorno per mangiare abbondanti pasti di carne e dolci fritti perché è l’ultimo giorno di Carnevale, martedì grasso. Il termine stesso Carnevale deriva dal latino “carnem levare”, eliminare la carne. Poi avremo 40 giorni di penitenza e riflessione (Quaresima) che precedono la Pasqua, con rinuncia della carne a tavola. Ecco perché in tante regioni d’Italia è tradizione oggi mangiare maiale e fagioli, come la fagiolata di Carnevale di Toscana, Lazio e Abruzzo o i bigoli con salsiccia luganega in Veneto o ancora lasagne con pancetta, uova, polpette di carne e formaggi tradizionali in Campania. In Emilia poi si deve concludere il pasto con le grasse e dolci frappe, fritte ovviamente nello strutto, presenti anche in tantissime altri regioni con i nomi più vari: chiacchiere, galani, sprelle, crostoli, bugie, amicizie o cenci. E non dimentichiamo le castagnole fritte, ripiene di crema oppure vuote. Curiosità: Per i Milanesi l’ultimo giorno di Carnevale scala di una settimana, poiché seguono il rito Ambrosiano. Secondo la leggenda, infatti, il vescovo Ambrogio, a Roma per un pellegrinaggio, avrebbe chiesto ai fedeli di aspettare il suo ritorno per dare il via alle celebrazioni della Quaresima.