Febbraio era il mese più indicato per le potature, infatti era chiamato fervēr pudadôr, febbraio potatore, tuttavia era necessario prestare molta attenzione al tipo di taglio e alle gelate, infatti un adagio avvertiva che a fervēr al tai l-ê amēr, a febbraio il taglio è amaro, cioè rischioso.
Di solito nel vigneto si cominciava a potare a luna calante. Una simpatica filastrocca invitava a potare molto, ma con intelligenza: Tó la fōrbṡa, pudadôr, / stà atèinti e tàia tant./ Fam puvráta e a-t farò sgnôr./ Al vèin nôv pr-al dè di Sant,/ a-t darò in abundànza,/ par impîret bèin la panza. Prendi la forbice, potatore,/ sta’ attento e taglia tanto./ Fammi povera e io ti farò ricco./ Il vino nuovo per il giorno dei Santi,/ ti darò in abbondanza,/ per riempirti ben la pancia.