Il mese di gennaio è sempre stato considerato il più freddo dell’anno e in passato era anche particolarmente nevoso, infatti tutti conoscevano bene i santi della neve, come S. Antonio Abate (17 gennaio), S. Sebastiano (20 gennaio) e S. Geminiano (31 gennaio), che corrispondevano alle giornate ed ai periodi in cui la neve cadeva abbondantemente. Quando arrivava la cosiddetta “puiàna” cioè lo spartineve di un tempo, annunciato dall’allegro vocio degli uomini che lo accompagnavano, tutti uscivano in strada per offrire vino agli spalatori. I bambini con la neve si divertivano a giocare, mentre gli uomini, soprattutto i cameranti che in inverno erano senza lavoro, speravano di fare qualche giornata lavorativa, spalando ad esempio lungo i binari ferroviari, le strade comunali ecc.

Il giorno di Capodanno i bambini in gruppo si recavano nelle case ad augurare il Buon Anno, recitando strofette augurali in cambio di qualche dolcetto. Il periodo delle feste natalizie si concludeva poi con l’Epifania, tanto attesa dai piccoli di casa per l’arrivo della Befana e dei suoi doni. A tal proposito si diceva anche:

La Pifanía tóti al fēst la pôrta via, a li sēra ind-óna scàtla, ch’a l’avîra sôl par Pasqua (L’Epifania tutte le feste porta via, le chiude in una scatola, che apre soltanto per Pasqua).

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