Marzo, con i primi tepori primaverili, con le primule e le viole che si affacciavano nei fossi, rallegrava i cuori.
Si era usciti dal lungo inverno? Forse sì. In questo mese iniziava la primavera e, un tempo, si accendevano fuochi propiziatori per l’arrivo della bella stagione, nei campi, nei borghi e nei sagrati (Fèr lóm a mèrz, far luce a marzo), ma la pioggia e il vento la facevano ancora da padrone. A marzo comunque terminavano per San Giuseppe (il 19 del mese) le veglie nelle stalle, perché erano ripresi i lavori agricoli all’aperto e alla sera si doveva andare a letto presto, per alzarsi nelle prime ore del mattino. La primavera, ormai era molto vicina, confermata dalle gemme sulle piante e dall’arrivo delle rondini. Un proverbio infatti recitava così: San Iusēf protetôr dla tēra al pôrta al bēl dla premavêra, San Giuseppe protettore della terra porta il bello della primavera.

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