Nel mese di ottobre iniziano giornate in cui compare il brutto tempo e il freddo. In campagna si lavorava moltissimo: avveniva la raccolta di mele, pere, noci e nespole e del riso, nelle zone ad esso dedicate. Procedeva la cura del mosto nelle cantine.

In montagna l’Ottobre era però il mese dedicato al frutto più importante del bosco: la castagna. Le castagne venivano prima “battacchiate” per farle cadere a terra, poi si toglieva loro il riccio che le avvolge; in seguito venivano essiccate in apposite costruzioni, i metati.  Qui erano stese su graticci sotto i quali si accendeva per una quarantina di giorni, un fuoco che doveva ardere di continuo senza fiamma. Terminata questa operazione venivano sbucciate e portate al mulino, per trasformarle in farina, con la quale si facevano castagnacci, frittelle, polenta, ciacci ecc.

Sempre in ottobre iniziava la semina del grano che veniva eseguita a mano.. Un detto così ordinava:  Par San Simòun bóta via al zistòun, per San  Simone (28 ottobre) butta il cesto che contiene i semi, in quanto era bene a questa data, aver terminato la semina, perché il freddo si stava avvicinando.

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