Settembre si presenta come un mese di passaggio tra l’estate e l’autunno, che inizia proprio in questo mese. Quando si avvicina l’equinozio (22-23 settembre), la notte è lunga come il giorno. Da quel momento aumentano sempre più le ore di buio e diminuiscono quelle di luce, infatti un proverbio, relativo al 29 settembre, giorno di San Michele, ci ricorda che Par san Michêl a s-impéia prēst al candlêr, per S. Michele si accende presto il candeliere, perché è già buio.
I contadini stavano molto attenti ai cambiamenti stagionali, non solo per i raccolti, ma anche per la propria salute, perché si credeva che ammalarsi in quel periodo non si sarebbe guariti per tutto l’inverno. Proseguivano intanto i lavori in campagna, soprattutto per i due raccolti più importanti del mese: l’uva in pianura, e la castagna in montagna. Altri raccolti tipici del periodo erano quelli di
pere, mele, susine, noci, giuggiole, ma soprattutto fichi, infatti il mese veniva chiamato settembre ficaio. Sempre in settembre si finiva di raccogliere l’avena, molto usata per l’alimentazione umana, ma soprattutto per quella dei cavalli, allora animali preziosi per i trasporti.