Pighêr i tvaiô, piegare i tovaglioli: morire; andarsene. Nel gergale: raccogliere le proprie cose.

Dal libro: “101 Modi di dire in Emilia-Romagna” Ed. Pendragon, autori: proff. Sara Prati e Giorgio Rinaldi

Si tratta di un eufemismo un po’ amaro legato a un’immagine malinconica, poiché ci porta alla mente colui che, prima di abbandonare la tavola imbandita, ripiega silenziosamente il proprio tovagliolo e se ne va. La tavola che lascia, e su cui ha mangiato, rappresenta la vita.

Il ripiegamento ordinato del tovagliolo fa forse parte della simbologia cristiana che, richiamandosi ad una tradizione ebraica, sta a significare l’annuncio del “ritorno”, ossia della resurrezione.

FRASEOLOGIA

Èt nutézzia ed Tugnån?  – Puvràtt, l-ha bèle pighè i tvajû [Bologna], hai notizie di “Tonione”? – Poveretto, ha già piegato i tovaglioli.

Al nōn l-ê adrê a pighêr i tvaiô, il nonno sta per andarsene.

L-ê gnû bēle trōp tērd: a pîgh i tvaiô e a vagh a cà, è già troppo tardi: raccolgo le mie cose e vado a casa (forma gergale o scherzosa).

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