Quello del calzolaio (scarpulèin) nel mondo contadino era un mestiere spesso itinerante, in quanto questo artigiano si recava presso le famiglie contadine, vi restava per un certo periodo e fabbricava e riparava scarpe per tutta la famiglia, lavorando a mano, con l’aiuto di pochi e semplici attrezzi. Di solito il calzolaio apprendeva il mestiere in tenera età o dal padre o dal nonno o andando a garzone presso la bottega di un qualche calzolaio esperto. Allora per fare le scarpe si usava la pelle di vacca per le scarpe da uomo o per le scarpe da lavoro anfibie, cioè impermeabili all’acqua, oppure la pelle di capretto e di vitello per le scarpe da donna e da bambino. Solo i benestanti potevano permettersi tutte le scarpe che volevano, perché costose, invece in campagna le scarpe si passavano dai ragazzi più grandi ai fratelli più piccoli e molti si dovevano accontentare degli zoccoli di legno oppure, specie nella stagione più calda, andare scalzi. Il mestiere del calzolaio richiedeva molte ore di lavoro, anche 10 o 12 al giorno e veniva retribuito con una paga molto bassa o, in campagna, con prodotti del campo e del pollaio.