A settembre iniziava un grande lavoro anche per i pastori: la transumanza, che a quei tempi veniva fatta tutta a piedi, col solo aiuto dei cani da pastore. Si riportavano le greggi dal monte al piano, perché presto, sugli alti pascoli, sarebbero arrivati il freddo e la neve dell’inverno. Sul nostro Appennino, dall’otto settembre (festa della natività della Madonna), i pastori cominciavano la transumanza verso la pianura. A Fiumalbo, ad esempio, un adagio ricordava che “Quando el Costolo el fa din-dan. i pastori i tórnane al piàn, quando le campane del Costolo suonano, i pastori ritornano in pianura”.

Pastori e greggi, nel discendere al piano, verso il Po e il Rodigino, invadevano strade e sentieri, sfilando, a volte, anche per più di mezz’ora, mentre scampanellate e belati si diffondevano ovunque. In tanti, correvano ad ammirare quell’insolita e spettacolare fiumana di pecore, capre, agnelli, cani e pastori. Chi accompagnava le greggi incuriosiva molto, specialmente i bambini, per gli abiti, per i gesti, ma soprattutto affascinavano i cani per la straordinaria abilità con cui comprendevano fischi e richiami. I pastori, poi, si fermavano ogni tanto a vendere i loro prodotti nelle case davanti alle quali scorreva quell’incantevole e rumoroso “fiume”.

 (Da S. Prati – G. Rinaldi, Il ciclo dei mesi nella Civiltà contadina. Ed. Pendragon, BO, 2016).

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