da folclorecontadino | Feb 1, 2021 | Corso
Dēr un côlp a zêrc e un a la báta , dare un colpo al cerchio e uno alla botte: non scontentare né l’una né l’altra parte contrapposte, con parole e azioni; tenere i piedi in due staffe; comportarsi in modo diplomatico a volte a fin di bene, ma, a volte, per...
da folclorecontadino | Gen 2, 2021 | Corso
Ciapēr al tōr par i cōren, prendere il toro per le corna: affrontare una situazione, un problema, una persona con decisione. Il modo di dire ha origine dall’azione già illustrata in documenti e pitture egizie per mostrare come si doveva procedere al sacrificio del...
da folclorecontadino | Dic 1, 2020 | Corso
Corso di dialetto modenese del prof. Giorgio Rinaldi – I modi di dire “Fradd da can”, freddo da cani: freddo terribile. L’origine della locuzione è molto incerta e diverse sono le ipotesi sulla sua antica origine. Forse la spiegazione più realistica è che...
da folclorecontadino | Nov 1, 2020 | Corso, Tradizioni contadine
Andēr a vagg, andare a veglia: trascorrere le sere d’inverno, in compagnia, nelle stalle. Le serate a veglia iniziavano in genere il primo novembre, giorno di Ognissanti e terminavano il 19 marzo, giorno di San Giuseppe. Un tempo c’era l’usanza di ritrovarsi a sera,...
da folclorecontadino | Ott 1, 2020 | Corso
Cavēr al castagni dal fôgh Togliere le castagne dal fuoco, cioè risolvere per un altro un problema o una situazione oppure far assumere ad un altro un pericolo, al posto nostro. Questo modo di dire deriva dalla favola di J De La Fontaine (1621-1695), La scimmia e il...
da folclorecontadino | Set 1, 2020 | Corso
Disegno e testo tratti dal libro di S. Prati – G. Rinaldi, 101 Modi di dire in Emilia-Romagna, Ed. Pendragon, BO, 2019 L-ê tótt un ambaradán, è tutto un ambaradan, significa è tutto un caos, una gran confusione. Il termine ambaradán nasce dall’unione di...
da folclorecontadino | Lug 31, 2020 | Corso
Dēres dagli àri, darsi delle arie, significa darsi un’eccessiva importanza, farsi credere più di quanto si è realmente. Proprio come fa il gallo che si arieggia con le ali, senza sollevarsi da terra, come se volesse far sapere a tutti di essere il re del...
da folclorecontadino | Lug 1, 2020 | Corso
“Fēr l-agrēst”, fare l’agresto, significa produrre col succo d’uva acerba un condimento acidulo. I contadini, una volta, lo usavano per insaporire carni, pesce e verdure, in sostituzione del succo di limone, quando non era reperibile nelle loro zone. L’uva acerba...
da folclorecontadino | Mag 31, 2020 | Corso
Dēr a mèint, dare retta. Alla lettera “dare a mente”, ossia prestare mente/ attenzione a qualc. Deriva dall’antico italiano dare mente/porre mente (Dante, Leopardi). Nel nostro dialetto abbiamo anche il simile pánder mèint, prestare attenzione. Ohé, cíno, taca mò a...
da folclorecontadino | Mag 1, 2020 | Corso
La vaca la gh-ha magnê i léber, la vacca gli ha mangiato i libri: si dice per indicare una persona ignorante e zotica. l’espressione, comune nel Modenese, è di origine bergamasca, nasce probabilmente nel XVI sec. e viene pronunciata per la prima volta dalla maschera...
da folclorecontadino | Apr 1, 2020 | Corso
Cuntēr al pêgri, contare le pecore: cercare di prendere sonno. Questo modo di dire, pronunciato spesso dalle persone con difficoltà a prendere sonno, sembra abbia origine da una fiaba de Il Novellino (fine Duecento), dove si narra che il terribile Ezzelino da Romano,...
da folclorecontadino | Feb 29, 2020 | Corso
A m-è d-avîś, mi sembra, credo che … e simili. L’espressione deriva dal lat. videor, sembrare, nella forma mihi visum est, mi sembra. Tuttavia avîś assume anche altri significati: avviso, avvertimento: s’a vén la muría ind i ēśen, tè t-an fē gnanch in tèimp a lêżer...